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LASCAUX (Francia). Ora il ministero della Cultura ha promesso che farà di tutto, senza badare a spese.

I funghi stanno lentamente uccidendo uno dei capolavori dell´uomo preistorico: i dipinti presenti in alcune grotte di Lascaux, in Francia. Per la loro bellezza e unicità le grotte sono state denominate la “Cappella Sistina” dell´antichità.

È dal 2001 che macchie nere sono comparse via via sempre più grandi sulla volta e sulle pareti delle grotte. Ora si è giunti al punto che è scattato l´allarme: una serie di misure di emergenza dovranno essere prese nel minor tempo possibile da un comitato internazionale di scienziati.

«Da sei anni a questa parte i funghi compaiono e scompaiono, ma per fortuna, fino ad oggi, non avevano intaccato più di tanto le figure rappresentate sulle pareti», ha dichiarato Michel Clément, direttore dell´Architettura e del Patrimonio al Ministero della cultura francese.

Nelle prossime settimane si interverrà con un trattamento per uccidere i funghi di cui si conosce l´esistenza, poi si cercherà di identificare le specie di altri funghi ancora sconosciuti e si cercheranno le soluzioni più adatte per distruggere anch´essi. Non appena terminata l´operazione le grotte verranno lasciate riposare per almeno tre mesi, evitando qualunque attività umana al loro interno.

Quindi verrà sostituito il sistema di ventilazione che venne installato nel 2000, con uno più efficace e che impedisca un accumulo eccessivo di umidità.
La volta della grotta ha uno spessore di soli 10 metri e per questo «l´ambiente non è del tutto chiuso rispetto all´esterno, ma è come un organismo vivente in comunicazione con ciò che sta al di fuori della grotta anche quando tutto sembra ermeticamente bloccato», ha detto Marc Gauthier, responsabile della Commissione che si è riunita a Bordeaux.

Ma basteranno gli interventi previsti per far sopravvivere i dipinti? «Abbiamo la certezza che troveremo un rimedio duraturo e per questo il Governo francese non baderà a spese. Faremo di tutto salvare tale capolavoro dell´antichità», ha detto Clément.
Gli affreschi vennero realizzati tra 15.000 e 18.000 anni or sono e rappresentano animali dell´epoca, tra i quali, per esempio l´uro (una specie di bovide selvatico), oggi estinto, persone e simboli, il tutto con una dovizia estrema di particolari.

Quegli antri dovevano essere dei veri e propri santuari dell´antichità, perché non furono mai abitati da persone, ma vennero visitati solo per realizzare le decorazioni. Poco si conosce della vita di quel periodo così lontano, perché l´uomo viveva in capanne di legno andate distrutte. Una grotta come quella di Lascaux è come una finestra sull´antichità, che ha dato modo di conoscere in poco tempo e in un ambito ristretto molto di più che anni e anni di studi dell´area circostante.
Le grotte vennero scoperte nel 1940 da quattro ragazzi, mentre stavano cercando il loro cane scomparso in un buco della collina. Essi si calarono con delle corde all´interno di tale cavità e si trovarono di fronte a quello che diverrà uno dei luoghi simbolo dell´archeologia. Solo dopo la seconda guerra mondiale, tuttavia, divennero meta di pellegrinaggio di un gran numero di turisti, che già negli anni Sessanta si contavano attorno ai 1.200 al giorno. Proprio a causa di tale afflusso di visitatori già nel passato si è dovuto arrivare alla chiusura delle grotte. Successe nel 1963, quando, anche in quel caso, le grotte vennero assalite dai funghi. Allora si decise di chiuderle al pubblico e di permettere la frequentazione solo agli studiosi. Ma un´opera d´arte di tal genere non poteva rimanere sconosciuta ai più.

Fu così che i francesi decisero nel 1983 di aprire Lascaux II, una replica della “grande sala dei tori” e della “galleria dipinta”, a circa 500 metri da quella originaria. Ma a quanto pare, nonostante l´isolamento parziale, quanto fatto finora non è sufficiente per preservare nel tempo la vera Lascaux.


Fonte: La Repubblica 24/11/2007
Autore: çuigi Bignami
Cronologia: Preistoria

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