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ISRAELE. Le torri di Tiberiade ultimo mistero.

Non e’ ancora paragonabile al mistero del Loch Ness, ma adesso anche il Lago di TIBERIADE vanta uno strano enigma, che ha subito acceso la fantasia degli israeliani.
Dopo un inverno particolarmente avaro di piogge le acque del Lago si sono ritirate e hanno riportato alla luce una serie di cumuli di pietre, tutti eguali fra di loro, che corrono lungo il litorale sud-orientale per un tratto di oltre tre chilometri. Nel 1986 un altro inverno di terribile siccita’ aveva riportato alla luce, sul lato nord-occidentale del Lago una barca di pescatori, rimasta dopo duemila anni in buon stato di preservazione.
Ormai celebre come «la barca di Gesu’» quel reperto, restaurato con pazienza per oltre un decennio e custodito nel kibbutz di Ginnosar, e’ divenuto un polo importante di attrazione per i turisti. Per i cumuli di pietre e’ prematuro stabilire se riscuoteranno analogo interesse.
Qualcuno gia’ ieri le ha collegate in qualche modo a Gesu’: strutture analoghe, e’ stato affermato, sono state notate in passato anche a Tabha, nel lato nord-occidentale del lago, alle pendici del Monte della Beatitudine: ossia nei luoghi dove egli predico’.
Eppure la datazione dei cumuli, per il momento, resta ignota. Gli agricoltori della zona hanno notato che sono circolari, alti circa un metro, larghi una decina. Sono sistemati a 30 metri di distanza uno dall’altro. Partono da Zemach, la punta meridionale del Lago e proseguono, lungo la costa orientale, tutti al medesimo livello, fino al kibbutz HaOn.
Si tratta di una delle zone di abitazione umana piu’ antiche al mondo, che desta sempre emozioni forti negli archeologi. A pochi passi da Zemach si trovano le rovine di Beit Yareach, la «Casa della Luna», sorella gemella della citta’ di Gerico (Mar Morto).
In epoca calcolitica, 6000 anni fa, i suoi abitanti disponevano gia’ di comodi magazzini per la conservazione di cibo. Un millennio dopo Beit Yareach era una localita’ sviluppata, anche per la sua fortunata ubicazione nel punto di congiunzione fra il Lago di Galilea e il fiume Giordano.
I romani la chiamarono Sinnebris, le truppe di Vespasiano la trovarono accogliente. Probabilmente per stabilire chi abbia avuto cura di raccogliere le pietre della zona e farne cumuli eguali occorrerebbe comprenderne la loro utilizzazione originale. Una delle ipotesi e’ che possano avere un legame con la vicina citta’ di epoca romana Hyppos-Sussita e che segnassero la delimitazione di zone di influenza.
Altri ritengono che forse i cumuli servivano per stendere reti di pescatori. Altri ancora pensano semmai a un segnale di allarme: oltre i cumuli infatti le acque del lago diventano profonde ed infide. Chi vi si avventura rischia di essere catturato dalle prepotenti correnti e di annegare.
Su internet, ieri, gli appassionati di misteri storici in Israele si sono subito scatenati offrendo spiegazioni molto disparate e fantasiose. Qualcuno suggerisce ad esempio che i cumuli siano stati disposti ad arte da extraterrestri, giunti a bordo di navicelle spaziali: avrebbero realizzato opere analoghe, viene fatto notare, anche sulle vicine alture del Golan e perfino in Peru’: una visita alle cosiddette «Linee di Nazca» dovrebbe risultare convincente.
Altri ancora, con una dose di humor, ritengono effettivamente che i cumuli rappresentino un segnale di allarme: quando essi appaiono, si afferma, le acque del Lago sono troppo basse ed e’ giunto dunque il momento di trovare altrove l’acqua potabile necessaria per dissetare gli abitanti della regione.
Fonte: La Stampa 18/06/2008
Autore: Aldo Baquis

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