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GIORDANIA. Scoperte due statue di Afrodite a Petra.

Due statue di marmo che rappresentano Afrodite/Venere, la dea dell’amore, della bellezza e della fertilità, sono state recentemente trovate a Petra, in Giordania.
Le statue risalgono al II secolo d.C. e sono quasi intatte e molto ben conservate, con ancora delle tracce di pittura visibili. Sono state scoperte dagli archeologi americani in collaborazione con il Dipartimento delle Antichità della Giordania.
Scolpite in stile chiaramente romano, le statue testimoniano l’influenza di Roma sulla cultura locale di Petra, in seguito all’annessione del 106 d.C. della Nabatea – il preesistente regno arabico.
Petra è una grande città di 264 chilometri quadrati nel sud della Giordania. Una parte è tagliata direttamente nel sostrato roccioso. Due millenni fa Petra era la capitale nabatea, e serviva come importante punto di riferimento lungo le grandi rotte carovaniere. È forse nota per le sue magnifiche tombe, templi e altri edifici imponenti. Nel film “Indiana Jones e l’ultima crociata”, il Santo Graal è custodito in un tempio che in realtà si trova a Petra.
Gli archeologi studiano le rovine di Petra dalla fine degli anni ’20, ma c’è ancora molto da scoprire secondo Tom Parker, professore di storia presso l’Università statale della Carolina del Nord e co-direttore del team di scavo che ha trovato le statue. Il cosiddetto Petra North Ridge Project si concentra in un’area non ancora esplorata, dove gli abitanti meno privilegiati vivevano e venivano sepolti.
Le statue erano quasi complete, le teste e la maggior parte dei corpi sono stati ritrovati. Gli archeologi le hanno identificate come la dea Afrodite. Per i Romani era nota come Venere, ma nella parte orientale dell’impero, dove vi era Petra, era più comunemente identificata dal suo nome greco, dice Parker. Una delle due sculture, completa dalla vita in giù, era ancora attaccata alla base, sopra la quale vi era anche Cupido che guardava la dea.
Sebbene le statue fossero a pezzi, il danno e il logoramento sono sorprendentemente lievi, ha dichiarato Parker a Live Science. Dice: «Le statue romane e greche erano decorate con la pittura, che però raramente sopravvive. Eppure ne abbiamo trovate tracce su entrambe le Afroditi».
La scoperta è stata una sorpresa. Il team di archeologi in origine pensava che l’edificio del ritrovamento fosse una modesta abitazione delle classi inferiori della città. Invece si è rivelata essere una villa urbana di classe elevata, completa di bagni che solo i residenti più ricchi di Petra potevano permettersi.
Secondo Parker, l’edifico, datato al I secolo d.C., sarebbe stato abbandonato verso il II secolo e usato come deposito per detriti e strutture danneggiate in seguito al terremoto del 363 d.C. «Le statue furono disposte in modo molto stretto – penso sia stata questa la ragione della loro straordinaria conservazione», ha detto Parker.
Monete e frammenti di ceramica trovati vicino hanno aiutato il team a determinare quando le statue (del II secolo) furono poste nell’edificio, probabilmente alla fine del IV secolo. Numerosi altri manufatti sono emersi con gli scavi negli ultimi tre anni, testimonianze della vita della gente comune di Petra.
La scavo, secondo Parker, dice molto anche sul presente: «Siamo il prodotto finale di milioni di anni di evoluzione e migliaia di anni di progresso storico. Questa regione del mondo, la culla della civiltà occidentale, ha formato chi siamo. Sentiamo ancora oggi la loro fortissima influenza».

Fonte: Live Science – Università statale della Carolina del Nord

Fonte: ilfattostorico.com, 17 set 2016

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