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Fabrizio DICIOTTI, Gabriella MONZEGLIO: Taurinus – la città medievale.

Per comodità poniamo che per Torino il Medioevo cominci con l’invasione dei Longobardi alla fine del VI sec. d.C. Tra il VI e l’VIII secolo Taurinus vive un periodo travagliato in quanto capitale di un ducato longobardo al confine con i Franchi e teatro di tensioni religiose tra la popolazione cristiana e gli invasori ariani. La città si spopola e, tra le vestigia delle glorie romane, pascola il bestiame e cresce la verdura. Le strade lastricate sono spesso coperte dal terriccio ed il loro tracciato comincia a venire modificato dalle nuove abitazioni di legno. Torino non muore per questo: la componente longobarda si fonde probabilmente con gli abitanti e la vita municipale non cessa grazie al mantenimento del primato religioso (è sede di diocesi) amministrativo (è sede della corte ducale) economico (è ormai quasi accettato dagli storici che i commerci in questo periodo non cessano del tutto, pur vivendo una grave crisi, e Torino resta un nodo di vie commerciali).

Nell’VIII secolo Taurinus viene annessa al Sacro Romano Impero dei Franchi, ma questo non significa grandi mutamenti per la vita dei suoi abitanti. La contea franca controllata da Taurinus comprende Susa e Savona e la città è polo culturale di una vasta area dell’Italia Nord-Occidentale.

Sotto la pressione delle scorrerie saracene ed ungare, Torino ristruttura la cinta muraria che viene sopraelevata ed a volte riedificata dalle fondamenta. Molte torri ottagonali romane vengono ricostruite a base circolare o quadrata e sopravvivono per parecchi secoli. Tra periodi di serena prosperità, durante i quali crescono borghi extraurbani sede di commerci e di manifatture, e tumultuosi disordini, la città diventa capitale della marca degli Arduinici (dal X alla prima metà dell’XI sec.), poi si destreggia tra signorie laiche e potere vescovile fino ad un breve periodo di libero comune (pur sempre sotto la protezione episcopale). Sviluppa la sua vocazione “stradale” e promuove la nascita d’innumerevoli locande ed ostelli per pellegrini e mercanti. In seguito (1276) passa sotto il controllo del Marchese di Monferrato Guglielmo VII che, come è tradizione di ogni conquistatore della città, fortifica una delle originarie porte monumentali romane ad uso di propria fortezza. In particolare appoggia una casa forte all’antica Porta Decumana costituendo il primo nucleo dell’attuale Palazzo Madama.

Nel XIV secolo giungono a Torino gli Acaja, un ramo della casata Savoia, e la città vive la sua prima vera rinascita. S’ingrandiscono i borghi fuori delle mura, giungono artisti di chiara fama (Jaquerio) e viene edificato nelle sue forme attuali il duomo rinascimentale di S. Giovanni (1490-1498).

Con l’arrivo dei Francesi (1536), la fuga ed il ritorno dei Savoia, ed infine le ristrutturazioni volute da Emanuele Filiberto, la storia medievale di Torino termina per sfumare nel periodo moderno che tante tracce ha lasciato nel tessuto urbano1.

Durante il Medioevo le dimensioni di Torino rimasero le stesse rispetto a quelle che la città aveva in età romana (760 x 670 m). L’ingresso avveniva dalle quattro porte principali (le stesse utilizzate in età romana) e tramite piccole porte secondarie chiamate postierle. I cambiamenti nell’assetto della città si possono notare ancora oggi percorrendo il centro storico: via Garibaldi (antico decumanus maximus romano) ha un aspetto diverso rispetto a via Porta Palatina (antico cardo maximus) che conserva le dimensioni assunte durante il Medioevo. Via Garibaldi è stata riportata alla larghezza di un tempo solo nel XVII secolo.

In città erano presenti tutte le strutture che servivano alla vita quotidiana: abitazioni, strade, chiese, cimiteri, piazze. Purtroppo non tutti i resti sono ben conservati, anzi in alcuni casi è necessario scoprirli guardando attentamente tra gli edifici attuali.

La parte centrale della città era costituita dal mercato, dove si raggruppavano i contadini che arrivavano dalla campagna per vendere la merce. La piazza era divisa in tre parti, aventi un nome significativo: Piazza del Grano, Piazza delle Erbe e Piazza del Burro, a seconda del tipo di prodotto che vi si vendeva.

Castello di Palazzo Madama
In Piazza Castello, attuale centro cittadino, si trovava in età medievale (ma ancor prima in età romana) la cinta muraria che delimitava la città e in particolare una porta di accesso alla città.
Escludendo la facciata settecentesca di Palazzo Madama, si può notare una struttura cubica con quattro torri angolari a sedici lati; proprio sulla Porta Decumana romana nel XIII secolo Guglielmo di Monferrato appoggiò una casaforte, cioè una struttura difensiva e qualche secolo più tardi, sul finire del Medioevo, gli Acaja costruirono il castello e le altre due torri verso via Po. Nel secolo scorso la costruzione subì una serie di restauri, pur mantenendo le caratteristiche architettoniche medievali.

Casa del Senato
Il suo ingresso è riconducibile all’età romana mentre il resto dell’edificio è databile, grazie alle finestre a sesto acuto e a crociera, tra il XIII e il XV secolo. Nel Medioevo questa casa contava tre piani di elevato e altrettanti di cantine. Al piano più basso si accede ancora oggi esclusivamente da una botola, come se si trattasse di una prigione.
Una serie di dati archeologici permettono infine di ipotizzare che la Casa del Senato sia stata sede dei duchi longobardi che dal 570 si insediarono a Torino.

Casa Romagnano
La famiglia Romagnano visse in questa casa che rappresenta una delle maggiori testimonianze del Medioevo a Torino.
Sulla facciata sono da ammirare le ricche decorazioni in cotto delle finestre, una bifora anteriore al XIV secolo, alcuni mattoni con l’emblema della famiglia (una pigna), la tecnica costruttiva a spina di pesce.
All’interno dell’edificio vi è la presenza di un chiostro, segno che l’edificio apparteneva ad una famiglia agiata, legata ad alcuni eventi come il miracolo del Corpus Domini, avvenuto in città quando era vescovo Ludovico di Romagnano.

Casa Broglia
Gli archivi storici parlano dell’esistenza di questa casa a partire dal 1323, quando il suo proprietario, Pietro Broglia, la dichiarò al catasto. Si tratta di una abitazione civile che, come molte case medievali, si affaccia sulla strada con un porticato.
Attualmente esso è occupato da un negozio, ma le sue origini medievali sono evidenti.
Si possono notare numerose finestre, dette a crociera o guelfe, tipiche del XV secolo con decorazioni in cotto lungo la cornice.

Chiesa di S. Domenico
Costruita a partire dal 1227 è l’unica chiesa della Torino medievale ancora visibile.
Conserva, nonostante i rifacimenti a cui è stata sottoposta, le caratteristiche medievali: la ghimberga, il rosone, la facciata in cotto.
Originariamente la chiesa aveva quattro navate, ma una di esse venne abbattuta alla fine del XVI secolo per permettere la costruzione di via Milano e l’ingresso della chiesa fu così ruotato di 90°.
All’interno si conserva un importante e unico ciclo di affreschi trecenteschi. Rappresentano una teoria di apostoli, un Cristo Pantocratore, una annunciazione e una scena relativa alla vita dei frati domenicani.

Campanile di S. Andrea
Questo campanile, alto 40 metri, è tutto ciò che resta dell’Abbazia dei Santi Andrea e Pietro che sorgeva nell’angolo nord-ovest della città romana.
Per la sua costruzione furono utilizzati mattoni romani di reimpiego, probabilmente provenienti dalle vicine mura, e presso la base si può ammirare un bassorilievo marmoreo con un motivo floreale, capovolto rispetto alla sua collocazione originaria. Il campanile, a base quadrata, è decorato da finestre monofore e bifore e da archetti pensili.
Il suo costruttore pare sia stato il monaco Bruningo che verso la fine del secolo XI ebbe l’incarico di ricostruire anche l’Abbazia della Novalesa, in Valle di Susa.

Autore: Fabrizio Diciotti, Gabriella Monzeglio
Cronologia: Arch. Medievale

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