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CIVITAVECCHIA (Rm). Campagna di ripulitura del sito archeologico di Aquae Tauri.

Sul Poggio della Ficoncella, nel comune di Civitavecchia, è oggi possibile scorgere i resti di una grande vasca ellittica, a gradini concentrici, interamente intagliata nel banco di travertino. Era il caldarium di antiche terme, costruite in prossimità della sorgente idrotermale per sfruttarne le proprietà curative.
caldarium2Questi ruderi sono la testimonianza del municipio romano di Aquae Tauri, citato da Plinio il Vecchio nel 74 d.C. nel libro X della sua opera, la Naturalis historia, e probabilmente fondato assai prima, intorno al II secolo a.C. su preesistenti vestigia etrusche.
L’origine del nome è forse dovuto alla figura della divinità etrusca di Acheloo, rappresentata come un toro dal volto umano barbuto che i romani, conquistatori dell’Etruria, assimilarono alla figura del Giove taurino. Le terme di Aquae Tauri inizieranno un primo declino sotto Silla, con la costruzione di nuove terme e, successivamente saranno del tutto abbandonate con la nascita delle terme in epoca imperiale, quando Traiano vorrà fondare il porto con la città di Centumcellae nel 104-107 d.C. Il borgo tauriano invece, stando alla citazione nei Dialogi di Papa Gregorio Magno, sopravviverà almeno fino al VI sec. d.C.
tabulapeutingeriana-jpgUn municipio importante, tanto da preservare il suo ricordo attraverso l’appellativo di Taurine che il poeta Rutilio Namaziano, nel 416 d.C., conferisce alle terme imperiali sopracitate; quest’ultime, trovandosi nel territorio del suddetto municipio, sono ulteriormente menzionate come “Aquas Tauri” nella tavola peutingeriana, copia medioevale di una mappa di epoca tardo romana.
La prima Civitavecchia di epoca romana è stata quindi Aquae Tauri e si può dire che non sono molte le città odierne che possono vantare una così variegata testimonianza storica, importante quanto Pyrgi, Castrum Novum, Centumcellae, a cui una lunga storia intrecciata la lega.
Aquae Tauri ha subito un crollo murario, causato dallo stato d’abbandono decennale, così prima che l’unico esempio nel Lazio di un caldarium scolpito nel travertino sparisse, la Società Storica Civitavecchiese, grazie alle autorizzazioni ottenute dagli enti preposti (comune, soprintendenza, forestale), ha intrapreso, nei mesi tra luglio e ottobre, un’azione di ripulitura attraverso i propri volontari. E’ stato ripulito quasi un ettaro di terreno, tagliati gli alberi che minacciavano il crollo murario e rimossa la terra dal caldarium, riportando alla luce una vasca interrata da almeno cento anni. I lavori adesso sono interrotti, ma ricominceranno nella prossima primavera, quando sarà possibile di nuovo perseguire l’obiettivo iniziale del progetto, ovvero completare l’opera di pulizia e rendere visitabile il sito.

Autore: Glauco Stracci – glauco.stracci@libero.it

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