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Ausilio PRIULI, SEGNI COME PAROLE, il linguaggio perduto.

segni come parole

Questo lavoro vuole essere un contributo alla ricerca e possibile riscoperta di alcuni aspetti dei linguaggi dell’uomo di prima che fosse costretto a inventare la scrittura per sopperire alle incalzanti esigenze materiali imposte soprattutto dalla nascita e affermazione del commercio, quindi delle prime forme di “globalizzazione” delle società umane… (dalla Premessa).
Nell’ambito delle diverse culture preistoriche e protostoriche che hanno prodotto cultura figurativa, gli iconogrammi e ideogrammi condivisi dalla comunità culturale o dal gruppo sociale erano di tipo convenzionale, cioè di comune conoscenza ed uso e al contempo analogici, cioè capaci di evocare relazioni tra il concetto, l’oggetto concreto, l’evento, il mito e la loro rappresentazione.
Le opere incise, scolpite, intagliate, plasmate, graffite e dipinte scoperte oramai in tutto il mondo e oggetto in questi ultimi cento anni di analisi, sovente da noi erroneamente definite artistiche, in realtà, per coloro che le hanno realizzate, sono «storia sacra».
I segni, che forse per comodità spesso definiamo simboli, sono infiniti e sono il frutto della sottigliezza metafisica del linguaggio e della sua struttura articolata.
Ma i simboli non sono dei semplici «segni» in quanto quei «segni» sono significanti di significati, cioè sono la materializzazione grafica di concetti, idee, sentimenti, emozioni, conoscenze, concezioni del mondo materiale e soprannaturale, sintesi grafica di storie umane, di eroi, di miti e di dei, quindi sono carichi di contenuti che in genere ci sfuggono in quanto espressioni linguistiche di comunicazione di culture molto lontane dalla nostra e delle quali non conosciamo più i codici di lettura.
I simboli sono la concretizzazione grafica di atti di fede: linguaggio palese per coloro che li usano e che li conoscono; linguaggio ermetico e inspiegabile per coloro che li osservano senza conoscerne la genesi, i contenuti dei quali sono
intrisi, la storia che li ha prodotti e i processi intellettuali dei quali sono il frutto.
Ogni epoca e ogni cultura sono depositari di un loro patrimonio iconografico e simbolico che, in alcuni casi e limitatamente ad alcuni simboli, si è conservato anche nelle epoche successive.
(sempre dalla Premessa)… Quando useremo il termine “arte preistorica”, in realtà parleremo di cultura figurativa, di espressioni magico-religiose, di linguaggio visuale necessario all’uomo perchè il rito che lo vedeva esprimere provocasse qualche cosa in quel momento o in un determinato tempo e luogo”.

Sommario:
Premessa
Segni: affermazioni di umanità – il primo linguaggio, la nascita dell’arte, le tecniche espressive;
L’uomo nel tempo
I linguaggi della preistoria – Il linguaggio rituale, il linguaggio allusivo, struttura e trasformazioni nel tempo del linguaggio visuale, il linguaggio dei monumenti;
Distribuzione, tipologia e sincronismi – distribuzione della cultura figurativa preistorica e di tradizione in Italia settentrionale e nell’arco alpino, tavola tipologica della cultura figurativa preistorica e di tradizione in Italia e nell’arco alpino, tavola sincronica delle maggiori concentrazioni di arte rupestre;
Il linguaggio dei segni – i simboli, il cerchio, il culto del sole, le rappresentazioni cosmogoniche nelle composizioni monumentali, corniformi, entità soprannaturali, il culto degli antenati: le stele antropomorfe, gli eroi mitici, sacerdoti sciamani, antropomorfi schematici, il culto dei morti, la donna nell’iconografia preistorica, l’accoppiamento sessuale, simboli sessuali, mappe, labirinti, le armi: asce, pugnali, spade, le figure di uccelli, le impronte di piedi, la casa, il tempio, il cervo, cervi mitici e Chermunnos, la caccia, la narrazione, dall’immagine alla scrittura.
Bibliografia

Info:
PRIULI & VERLUCCA Editori, Scarmagno (To)
E-mail: info@priulieverlucca.com  – Sito internet: http://www.priulieverlucca.com
Cartonato con sovraccoperta plastificata a colori, formato cm 21,5×28, pagine 216 con numerose illustrazioni in b/n
ISBN 978-88-8068-645-3 – € 34,50

Ausilio Priuli, archeologo camuno, professionista della ricerca preistorica e dello studio dell’arte preistorica, è ideatore ed elaboratore di nuove tecnologie di ricerca, schedatura ed analisi delle manifestazioni paleiconografiche e della protostatuaria e statuaria megalitica. Ha fondato e dirige il Museo didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capodimonte e il Centro di Archeologia Sperimentale; inoltre ha realizzato l’Archeodromo di Capodimonte e l’Archeopark di Boario Terme.
Sue pubblicazioni sono: Le incisioni rupestri dell’Altopiano dei Sette Comuni; Le incisioni rupestri di Monte Bego; Incisioni rupestri della Val Camonica; Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria; Valle Camonica immagini del tempo; Incisioni rupestri nelle Alpi; La raffigurazione della caccia nella preistoria dei popoli; Arte rupestre, paleoiconografia camuna e delle genti alpine.

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